
Abbiamo rimesso mano a Blasphemous 2 quasi due anni dopo il lancio, rispolverando quel vecchio cilicio dimenticato nell’armadio: sì, fa ancora male… ma in modo stranamente soddisfacente. Il nuovo DLC Mea Culpa ci accoglie a braccia aperte – braccia coperte di spine, ovviamente – con litri di sangue e una rinnovata dose di mistica sofferenza in salsa pixel art.
E no, il tempo non ha addolcito il gioco. Se possibile, è ancora più spietato. Blasphemous 2 resta un metroidvania tosto, più secco del pane raffermo della Quaresima e altrettanto difficile da digerire. Ma se ami il dolore ben confezionato, questo è pane per i tuoi denti.
Due nuovi biomi, un vecchio senso di colpa
Il DLC Mea Culpa non rivoluziona l’esperienza di gioco, ma la espande con due nuove aree da esplorare, boss inediti, abilità fresche e oggetti misteriosi da scovare. E, come se non bastasse, la trama si arricchisce con nuovi spunti narrativi che, se non ti spiazzano, quantomeno ti fanno venire voglia di una pausa contemplativa tra un combattimento e l’altro.
Le ambientazioni sono ancora una volta visivamente ispirate, disturbanti e straordinariamente evocative. Una processione sacra tra il macabro e il meraviglioso.
Gameplay: affilato come una reliquia tagliente
A livello di meccaniche, Mea Culpa rifinisce l’esperienza originale. I nuovi nemici sono ben progettati (finalmente meno riciclo!), con esecuzioni nuove di zecca. I boss si confermano spietati, ma con una struttura più elaborata: servono tempismo, pianificazione, pazienza e un pizzico di preghiera, anche se la parata rimane poco gratificante. Non aspettarti troppi spiragli per contrattaccare con stile: qui si schiva, si colpisce e si spera.
Backtracking: la vera penitenza
Il tallone d’Achille del DLC? L’integrazione della nuova avventura con la vecchia mappa. Inizialmente tutto fila liscio: trovi un portale, esplori, combatti. Poi… arriva l’enigma. Il DLC non ti spiega chiaramente che certi oggetti chiave si trovano fuori dai nuovi biomi. Risultato? Ti ritrovi a vagare come un pellegrino smarrito, a frugare ogni angolo già esplorato sperando di aver dimenticato qualcosa. Non è game design cattivo, ma diciamo che il confine è sottile.
Certo, se non hai completato il gioco base al 100%, questa nuova caccia può anche essere una scusa per trovare oggetti nascosti. Ma se invece avevi già fatto tutto… preparati a grattarti la tonsura dalla frustrazione.
Un DLC che punge, ma premia
Mea Culpa non ha l’impatto dirompente del gioco base, ma rappresenta un ritorno gradito e coerente nel mondo crudele e affascinante di Blasphemous 2. La difficoltà è alta, l’esplorazione può risultare opaca, ma la soddisfazione di impugnare di nuovo la Mea Culpa dopo tanto tempo vale ogni bestemmia (non detta ad alta voce, ovviamente).
Se possiedi Blasphemous 2, questo DLC è un acquisto obbligato. È come la seconda confessione dopo una lunga assenza: un po’ fa male, ma sai che è giusta così.