Un rogue-like in stile Hades, accessibile ed ambientato nell’universo delle Tartarughe Ninja!
TMNT: Il Destino di Splinter, sviluppato da Super Evil Megacorp, è sbarcato su Nintendo Switch (dove lo abbiamo testato) il 17 luglio 2024, dopo un lungo periodo di esclusività su mobile.
Fin dal suo debutto, Splintered Fate ha convinto il pubblico poiché ricalca, quasi pedissequamente, la formula che ha reso Hades uno dei giochi di maggior successo degli ultimi anni. E infatti, a differenza dei principali altri giochi ispirati alle testuggini combattenti più famose al mondo, rimane un titolo, sì, action ma con meccaniche più complesse, tipiche dei giochi in stile Rogue.
Rogue-like
I videogame di questo genere solitamente hanno elementi RPG e sono caratterizzati da dungeon da esplorare, generati proceduralmente e ricolmi di potenziamenti da scovare e nemici da abbattere; c’è la morte permanente del personaggio del giocatore, e via discorrendo.
TMNT Splintered Fate contiene molte di queste caratteristiche, anche se le bilancia e le rende più semplici; ma sostanzialmente può essere classificato in questo genere.
Il giocatore sceglie una delle quattro Tartarughe per avanzare riquadro dopo riquadro, abbattendo orde di nemici (tra minori, mini boss e boss di fine sezione), sferrando attacchi specifici in base al ninja in uso, ed accumulando potenziamenti provvisori o oggetti/monete da scambiare per ottenere bonus o migliorie varie.
Se la Tartaruga perde tutta l’energia, il gioco si ferma e si viene riportati alla tana iniziale da cui ripartire, ripercorrendo nuovamente la strada già fatta e riaffrontando le orde di nemici generate casualmente.
Ad ogni nuova run, il giocatore può potenziare le abilità delle Tartarughe ed eventualmente anche sceglierne una differente, in modo da essere più forte e riuscire –in teoria– a superare al giro successivo l’ostacolo che lo ha bloccato in precedenza.
Questo a grandi linee è come si svolge ciclicamente il gameplay. Ma come viene giustificato?
La storia e i personaggi
In sostanza, Splinter è stato rapito da Shredder ma riesce a comunicare con le Tartarughe attraverso il piano astrale. Misteriosi portali sono apparsi simultaneamente in tutta New York e, mentre April O’Neil e Metalhead analizzano gli artefatti recuperati in cerca di indizi, i nostri quattro eroi devono lottare per ritrovare il maestro e salvarlo dal Clan del Piede.
Tuttavia, mentre la banda si è lanciata nella disperata missione di salvataggio e si avvicina sempre più al luogo ultraterreno dove è rifugiato Splinter, una minaccia ancora più grande sembra aggirarsi nell’ombra: le Tartarughe si troveranno di fronte alleati che gli si rivolteranno contro, noteranno che i loro nemici sono impegnati a combattersi l’un l’altro, e faranno la conoscenza di nuovi personaggi dal fare molto sospetto.
Che Shredder in realtà non c’entri nulla con tutto questo?
In ogni caso, è proprio grazie ai portali che i quattro eroi possono muoversi rapidamente nei vari luoghi iconici della Grande Mela in cui sono ambientati gli eventi e, allo stesso tempo, tornare alla base se vengono sconfitti, così da imparare a padroneggiare nuove abilità ninja e ripartire per l’azione. E, in tutto questo, giustificare le meccaniche rogue-like.
Inoltre, tornare alla base consente di aggiungere nuovi pezzi di storia tramite i dialoghi che si possono intrattenere con i vari personaggi non giocanti. Parlando dei quali, durante l’avventura ne verranno ovviamente introdotti di noti della serie, tra cattivoni ed amici. Ma va sottolineato il fatto che Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate fa parte dell’universo della serie a fumetti di IDW, che è un mondo a sé rispetto, ad esempio, ai cartoni animati. E dunque, questo spiega come mai ci siano figure che potrebbero risultare sconosciute ai più o come mai alcuni acerrimi nemici delle Tartarughe Ninja, in questo specifico universo, siano dei fedeli alleati.
Purtroppo il gioco dà per scontate molte di queste cose, potenzialmente spiazzando i “meno esperti” di questa variante della saga.
Il gameplay
Il giocatore deve aspettarsi azione continua dal ritmo incalzante e percorsi sempre differenti, grazie alla presenza di potenziamenti temporanei o permanenti, e ai layout delle stanze e modificatori dei boss randomizzati.
Cambiare frequentemente la Tartaruga in uso è altamente consigliato, visto che hanno poteri unici, ma soprattutto il titolo è ancora più godibile se giocato in co-op, fino a quattro giocatori, sia in locale che online.
In questo modo la difficoltà generale viene chiaramente ridimensionata, ma il divertimento nell’affrontare le sfide in compagnia muta l’esperienza finale quasi da renderlo un altro gioco, una sorta di omaggio ai beat ‘em up di un tempo e anche più in linea con gli altri titoli della saga.
In generale, TMNT Splintered Fate sembra essere stato pensato in primis per dare maggior risalto al gameplay più che al contesto. Infatti, oltre a dare pochi indizi per far capire ai meno esperti da dove arrivino i vari personaggi, la progressione della trama è un po’ approssimativa e passa quasi totalmente in secondo piano, risultando più una scusa per giustificare l’azione che altro.
Lo stile mima molto, come anticipato, quello di Hades, applicando però delle modifiche alla sua struttura: se il protagonista di quel gioco aveva a disposizione più armi con le quali affrontare la sua scalata verso il mondo dei vivi (e garantire quindi più approcci al giocatore), qui le Tartarughe usano le loro differenze intrinseche per offrire varietà.
Quindi, invece di scegliere semplicemente con che arma affrontare l’avventura, si sceglie il combattente ed ognuno dei fratelli, in virtù delle differenti armi in possesso, permetterà di ricoprire ruoli diversi:
- Donatello attacca da lontano e si può curare in caso di necessità;
- Raffaello può infliggere danni ingenti da vicino ed ha un rampino che gli permetta di tirare a sé i nemici;
- Michelangelo è veloce e può provocare i nemici in modo da renderli più deboli; mentre
- Leonardo è il classico personaggio bilanciato, ottimo per imparare i fondamenti del gameplay. Ed infatti è anche quello che viene affidato al giocatore nella sequenza iniziale in cui vengono spiegate le azioni base.
Ogni Tartaruga ha comunque a disposizione un attacco speciale ed un accessorio, entrambi con un tempo di ricarica che ne impedisce un utilizzo esagerato. L’accessorio può essere cambiato durante la partita sfruttando i potenziamenti che vengono elargiti al termine di ogni stanza.
Tali potenziamenti permettono anche di migliorare temporaneamente le statistiche della Tartaruga in uso, aggiungere danni elementali ai propri attacchi e, in linea di massima, rendere sempre più potente il nostro ninja, in maniera tale da poter superare con maggior agilità le successive aree di gioco.
Oltre ai potenziamenti temporanei, è possibile ottenere delle monete del drago, con le quali si possono acquistare, ogni qualvolta si torni al covo, i potenziamenti permanenti. E poi, ogni volta che si completa un’area, viene offerta la possibilità di scegliere un potenziamento.
Splintered Fate è un rogue-like un po’ anomalo, vuole essere accessibile ad un bacino di utenza il più ampio possibile, e questo lo si nota fin dalla presenza di una modalità facile; ma la scelta è riecheggiata anche dalle azioni a disposizione delle Tartarughe che sono poche ed essenziali. Questo porta, inevitabilmente, a dare un senso di ripetitività e a far avvicinare il titolo quasi più agli hack ‘n slash che ai roguelike.
Alla stessa maniera, i potenziamenti, temporanei o permanenti che siano, sono, sì, molteplici ma forse troppo simili tra loro. Non sempre hanno un impatto così rilevante da portare il giocatore a scegliere in modo oculato l’uno o l’altro, o a realizzare build particolari basate sulle sinergie di questi potenziamenti. Ciò spinge o alla scelta del tutto casuale su cosa potenziare, oppure a prediligere le abilità che aumentano il danno inflitto o i punti vita massimi, andando a far perdere un po’ l’impianto che dovrebbe esserci alla base del genere rogue-like.
Anche i nemici, pur essendo tanti e ben caratterizzati, non sono mai una reale minaccia. I pattern di attacco sono vari, ma lenti e facilmente aggirabili; motivo per il quale l’unica reale difficoltà c’è quando ci sono troppi avversari a schermo oppure se, banalmente, hanno troppi punti vita. Due casistiche che portano il giocatore a muoversi con costanza sullo schermo, infliggendo qualche danno di tanto in tanto.
Insomma, non è forse un titolo per gli amanti incalliti del genere, ma sicuramente è un gioco molto divertente e piacevole per chi cerca un po’ di sana azione con quel twist in più per variare, almeno un po’, il gameplay.
Il lato tecnico
Sul versante tecnico, c’è una cura dei dettagli un po’ relativa. Il frame rate è quasi sempre più o meno ancorato ai 60 fps, ma ogni tanto ci sono dei cali che, per una produzione convertita da mobile, fanno un po’ storcere il naso. Poi, a volte, seppur di rado, capita che alcuni menu vengano disegnati con un rapporto di forma diverso da quello dello schermo di Switch, e quindi escano dai bordi e risultino parzialmente illeggibili.
Allo stesso modo, in alcuni scenari, la telecamera si comporta in modo strano, rendendo complesso tenere sotto controllo l’azione di gioco. Comunque, niente che non possa essere fixato con future patch.
C’è anche una “modalità cinema” che abbassa il frame rate a 30 fps ma aumenta la definizione dell’immagine. Ma niente di eclatante.
Conclusioni
Nel complesso, Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate è un gioco che merita più di quanto sembri, perché nonostante qualche sbavatura qui e lì ed una impostazione generale che potrebbe far storcere il naso ai puristi del genere, ne è un adattamento bilanciato ed accessibile che può far avvicinare un pubblico più ampio ai roguelike.
La trama ed il contesto potevano essere caratterizzati maggiormente, ma è anche vero che titoli così puntano principalmente all’azione, affinché sia frenetica e divertente: e questo clone di Hades al gusto pizza lo è decisamente!
VOTO 8/10
Pro
- Un roguelike immediato e accessibile
- Multiplayer co-op
- Molto divertente
Contro
- Un po’ di problemini legati ad una scarsa cura dei dettagli
- Trama e contesto poco approfonditi