Silent Hill f riporta l’iconico horror psicologico alle origini con un tocco giapponese e una storia diversamente disturbante.
Un ritorno tanto atteso quanto temuto
Silent Hill f è un ritorno che fa rumore. Non quello di passi nel corridoio o di una radio che gracchia, ma quello di un franchise che si risveglia dopo anni di silenzio, reinventandosi senza rinnegare la propria anima. Ambientato nel Giappone degli anni ’60, il nuovo gioco prodotto da NeoBards Entertainment Limited e Konami ci catapulta nella cittadina di Ebisugaoka, un luogo sospeso tra sogno, follia e strane muffe.
Questa volta indossiamo i panni di Himiko, una studentessa che si ritrova a combattere non solo contro mostri deformi e visioni orripilanti, ma anche contro la propria sanità mentale. Il risultato? Un’esperienza che ti resta addosso, anche quando spegni la console.
Quando l’orrore è anche dentro di te
Se i Silent Hill originali (quelli di Team Silent) giocavano con il trauma personale e la colpa, Silent Hill f sposta l’attenzione sul peso della tradizione e sulla paura del cambiamento. La nebbia è sempre presente, ma qui si trasforma in una piaga organica, un’infezione che divora tutto ciò che tocca.
Il Giappone degli anni ’60 offre un’estetica affascinante e allo stesso tempo inquietante: case di legno che scricchiolano, santuari dimenticati, e quella sensazione costante di essere osservati da qualcosa che non dovresti vedere.
È un orrore più silenzioso, più sottile, ma non meno devastante.
Puro horror
Nonostante i pre-lanci suggerissero influenze non dico Soulslike ma quasi, Silent Hill f resta fedele al DNA del survival horror. Il combattimento è melee-only, niente pistole o fucili – solo ferri, mazze, bastoni e il coraggio di chi sa che prima o poi finiranno per rompersi.
La gestione delle risorse è cruciale: arma, salute e sanità mentale sono tre barre che ti mettono costantemente alla prova. Il sistema di parry, legato a un indicatore di follia, è un’aggiunta brillante: rischiare la propria stabilità mentale per infliggere un colpo devastante è il perfetto simbolo di questo capitolo.
Il gioco alterna momenti di pura tensione a fasi più esplorative, con enigmi ambientali che ricordano i vecchi Silent Hill, ma con un design più fluido e meno punitivo.
Decomposizione vivente
Sviluppato con Unreal Engine 5, Silent Hill f è visivamente impressionante. Su Xbox Series X gira fluido, con solo qualche lieve calo nelle aree più dense di nebbia. Ma quel che conta è la direzione artistica: i dettagli organici, le texture “vive”, i petali che si fondono alla carne in un grottesco balletto di decomposizione.
Il comparto sonoro è da brividi. Le musiche – un mix di lamenti, silenzi e suoni tradizionali giapponesi – amplificano l’angoscia. Il doppiaggio giapponese è impeccabile, tanto che – chiaramente, se no potrei dirvene quattro – consiglio di lasciarlo così com’è, accompagnato dai sottotitoli: aggiunge autenticità e ritmo narrativo.
Nuovo spirito per una delle più grandi glorie Konami
Rispetto ai capitoli storici della saga, Silent Hill f osa di più sul piano culturale. Meno “occidentale” nel simbolismo e più radicato nel folklore nipponico, affronta temi come l’abuso, la dipendenza e il senso di colpa generazionale con una maturità sorprendente.
Se i primi Silent Hill ti mettevano davanti ai tuoi demoni interiori, questo capitolo ti chiede di affrontare i peccati della tua comunità. È una riflessione diversa, ma coerente con lo spirito del brand: l’orrore è sempre umano, anche quando indossa il volto di un mostro.
Tecnica e prestazioni su Xbox
Su Xbox Series X, Silent Hill f si comporta bene: caricamenti rapidi, frame rate stabile e nessun bug degno di nota. Alcuni modelli secondari mostrano un po’ di “plasticità” nei volti, ma il livello medio è alto.
La nebbia, marchio di fabbrica della saga, è tornata in grande stile: non solo come espediente tecnico per mascherare i limiti, ma come elemento vivo e narrativo, capace di rendere ogni passo un rischio calcolato.
L’interfaccia è pulita, minimale, e il sistema di inventario – seppur un po’ rigido – funziona bene nel mantenere alta la tensione.
Un nuovo incubo, familiare ma diverso
Silent Hill f non cerca di imitare i classici, li rispetta e li trasforma. È un capitolo di rinascita, che mescola tradizione e innovazione in modo intelligente.
Non è perfetto: il ritmo cala a tratti, alcune sezioni risultano troppo lineari e quando si rompono le armi… Ma nel complesso, offre un’esperienza horror autentica, altamente disturbante e visivamente potente.
Se amate le storie che ti restano addosso e non temete di perdervi tra sogno e follia, Silent Hill f è un viaggio che vale ogni incubo e io ho appena finito di farmela sotto.
VOTO 8.5/10
Pro
- Atmosfera incredibilmente inquietante e coerente
- Direzione artistica e design delle creature da antologia
- Trama matura, densa di simbolismo e cultura giapponese
- Ottimo doppiaggio giapponese e colonna sonora evocativa
- Gameplay survival ben bilanciato e con idee originali
Contro
- Rottura frequente delle armi
- Alcuni cali di ritmo e sezioni troppo lineari
- Inventario poco intuitivo
- Difficoltà altalenante tra Story Mode e Hard Mode
- Poche opzioni di personalizzazione reale