
Benvenuti nel cuore pulsante del Rinascimento, dove ogni leva tirata e ogni ingranaggio ruotato nasconde un segreto. The House of Da Vinci, sviluppato da Blue Brain Games, è un rompicapo affascinante che trasporta i giocatori nella Firenze del 1506, in un viaggio fatto di misteri, invenzioni e occhiali magici che vedono oltre la realtà. Se ti sei mai chiesto cosa si provi a essere l’apprendista di Leonardo da Vinci… beh, preparati a passare ore a tirare manopole chiedendoti se la leva l’hai già provata o no.
Poca tensione, tanta atmosfera
La storia è più un pretesto che un motore narrativo. Leonardo è scomparso, e tu – genio in erba – devi scoprire dove si trova seguendo una scia di enigmi sempre più intricati. Ci sono lettere misteriose, ordini segreti, e un’invenzione che potrebbe cambiare il corso della storia. Tuttavia, nessuno sembra davvero avere fretta. Puoi esplorare con tutta calma, mentre l’atmosfera ti avvolge tra luci soffuse, suoni metallici e musiche che sembrano composte da un Bach particolarmente ansioso.
Quando il cervello fuma
Il gioco è un gigantesco puzzle tridimensionale. Ogni stanza è una trappola mentale, un meccanismo da capire, un oggetto da smontare e rimontare. Gli enigmi vanno da “Ah, l’ho risolto subito!” a “Sto per lanciare il controller fuori dalla finestra”. Fortunatamente, ci sono due strumenti chiave: l’Oculi Infinitum, che ti permette di vedere meccanismi nascosti, e l’Oculi Tempus, che ti mostra echi del passato. Due idee geniali…che userai ogni volta che ti sentirai perso. Cioè spesso, molto spesso.
Dita contro macchine infernali
Il controllo è gestito tramite trigger e analogici. In teoria tutto semplice. In pratica… a volte ti senti come un orologiaio ubriaco che cerca di smontare un carillon con i guanti da forno. Gli oggetti non rispondono sempre con precisione e certe interazioni risultano più frustranti che intuitive. Alcuni puzzle con elementi in movimento richiedono un tempismo quasi soprannaturale. Insomma, serve pazienza. E dita agili.
La casa dell’arte
Qui The House of Da Vinci dà il meglio. Ogni stanza è un piccolo capolavoro rinascimentale: librerie scolpite, globi celesti, statue inquietanti e vetri colorati che filtrano luci drammatiche. Gli effetti sonori completano l’immersione: legni che scricchiolano, ingranaggi che scrivono sinfonie meccaniche e sportelli segreti che si aprono con un satisfying clack. È quasi un peccato dover pensare: verrebbe voglia solo di esplorare. Chiaramente siamo ben lontani dagli standard grafici odierni ma artisticamente parlando il gioco è più che attraente.
Longevità e difficoltà
Il gioco offre circa 6-10 ore di gameplay, ma potrebbero diventare di più se ti ostini a risolvere certi puzzle senza usare gli aiuti. È lineare, ma con un pizzico di libertà interna nei capitoli. I suggerimenti ci sono, ma a tempo: se sei impaziente, soffrirai. Alcuni enigmi – tipo quelli a tessere o scorrimento – sembrano messi lì per farti perdere la fede nell’umanità. Ma altri sono così ben progettati che ti fanno sentire un genio ogni volta che li risolvi.
Per veri enigmisti
Se ami giochi come The Room, questo titolo fa al caso tuo. È perfetto per chi ama le sfide cerebrali, l’esplorazione meticolosa e le atmosfere suggestive. Se invece cerchi azione, combattimenti o una storia con colpi di scena… forse è meglio cercare altrove.