
Dopo anni di attesa e voci di corridoio, The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è finalmente realtà – e merita subito un posto d’onore tra i titoli più importanti dell’anno. Non aspettatevi però cambiamenti nella splendida lore del gioco: questo è un tuffo a capofitto nella nostalgia, un ritorno fedele (forse fin troppo) a uno dei capitoli più amati e discussi della saga di Bethesda. Pregi, difetti e tutto il resto compreso nel pacchetto.
Se cercavi qualcosa per colmare il vuoto in attesa di The Elder Scrolls 6, o se vuoi rivivere i pomeriggi in cui correvi a casa da scuola per chiudere i cancelli di Oblivion, questo remaster saprà colpire nel segno. Se invece ti affacci per la prima volta su Cyrodiil… preparati a un viaggio tanto leggendario quanto, a tratti, impervio.
Un restauro più che un remake
Chi sperava in un remake radicale alla Final Fantasy VII Remake dovrà abbassare le aspettative. Oblivion Remastered è un progetto che punta più a ripulire e valorizzare l’originale piuttosto che riscriverlo da zero.
Il gioco si presenta con una grafica nettamente migliorata grazie all’uso dell’Unreal Engine 5: Cyrodiil è più vibrante, realistica e affascinante che mai. Le torce diffondono una luce calda e realistica nelle caverne, l’acqua riflette i raggi del sole con giochi di luce naturali e i materiali – dal legno dei moli alle pietre muschiose delle rovine – mostrano texture ad alta definizione e dettagli prima impensabili. Le superfici ora restituiscono una sensazione più materica, anche se in alcuni casi la palette risulta meno luminosa rispetto all’originale, conferendo un tono più cupo – e probabilmente più reale – alle ambientazioni esterne.
Anche gli interni beneficiano di un’illuminazione migliorata: corridoi angusti e prigioni in rovina vengono valorizzati da fasci di luce che filtrano da fessure e aperture, creando atmosfere più suggestive e fedeli al fascino un po’ tetro del primo Oblivion.
Sul fronte dei personaggi, il restauro ha eliminato le espressioni facciali cerose del 2006. Ora i volti mostrano rughe, pori e dettagli realistici, supportando animazioni facciali più credibili. Argoniani e Khajiit, in particolare, risultano più vivi e naturali. Per i nostalgici delle stranezze dell’epoca, niente paura: le voci e le espressioni eccentriche degli NPC sono tuttavia rimaste intatte – che troppo realismo porta noia.
Inoltre, il sistema di combattimento è stato raffinato. Non è ai livelli dei migliori action RPG moderni, ma è più dinamico e coinvolgente rispetto al 2006. Animazioni migliorate, impatti più credibili e un ritmo di gioco meno legnoso fanno la differenza. Anche la UI è stata rivista per essere più leggibile e intuitiva, senza però tradire l’anima originale.
Un mondo vivo e pieno di storie
Oblivion è sempre stato ricordato per la qualità della sua narrazione e la varietà di missioni. E qui il remaster non delude minimamente.
Tutte le gilde, le questline iconiche (Confraternita Oscura, Gilda dei Ladri, Mages Guild, Fighters Guild) e le espansioni storiche (Knights of the Nine, Shivering Isles) sono presenti e restaurate con cura.
La cosa sorprendente è quanto Oblivion sia ancora oggi superiore a tanti open world moderni per densità e qualità dei contenuti. Niente mappe infinite e vuote: ogni città, rovina o dungeon ha qualcosa di unico da offrire.
In più, la scelta di mantenere una mappa compatta rispetto agli standard attuali permette di muoversi agilmente senza perdersi in chilometri di nulla cosmico.
Migliorie di qualità della vita (che servivano)
Una delle novità più gradite è il terza persona finalmente giocabile.
Nel 2006 era poco più di una modalità meme, oggi è una vera alternativa grazie ad animazioni fluide e movimenti più realistici.
Anche il sistema di progressione è stato snellito: ora tutte le abilità forniscono XP, e si può livellare senza doversi incastrare in build macchinose come un tempo. È ancora necessario dormire per salire di livello (adoro), ma la gestione è più libera e meno frustrante.
Ma i bug? Sempre lui, Bethesda
Purtroppo, anche in questa versione remasterizzata alcuni problemi tecnici resistono ostinatamente.
Texture che appaiono all’ultimo secondo, frame rate instabile in alcune aree, e i temuti crash improvvisi. Alcuni giocatori hanno persino segnalato corruzione dei salvataggi (quindi salva spesso, e magari fai backup multipli).
Un po’ di “jank” fa parte dell’esperienza Oblivion, ma avrei gradito un lavoro di ottimizzazione più profondo per limare almeno i problemi più gravi.
Premium Edition: vale la pena?
Per i curiosi: la Premium Edition aggiunge due nuove questline con armi e armature uniche. Sono un’aggiunta simpatica, ma non fondamentali.
Chi vuole vivere la miglior esperienza può tranquillamente restare sulla versione base e godersi le espansioni classiche, che valgono già da sole il prezzo del biglietto.
VOTO 8.5/10
Pro
- Grafica spettacolare
- Atmosfera fedele e ancora affascinante
- Animazioni migliorate e terza persona finalmente giocabile
- Combat system più fluido e UI rinnovata
- Tutti i contenuti originali e le espansioni inclusi
- Progressione snellita e meno frustrante
Contro
- Alcuni bug storici ancora presenti (crash, texture pop-in, salvataggi a rischio)
- Palette cromatica più cupa, potrebbe non piacere a tutti
- Combat system ancora lontano dagli action RPG moderni
- Premium Edition non indispensabile