
Chi l’avrebbe mai detto? Nel 2025, in piena era di remaster che sembrano remake che sembrano remaster che sembrano mio padre che al mercato comprò, Amerzone: The Explorer’s Legacy, lo storico gioco d’avventura del 1999, torna più in forma che mai grazie a Microids Studio Paris. Ma attenzione: non parliamo di una semplice rinfrescata grafica. Qui siamo davanti a un vero e proprio remake, rifatto da zero per rendere omaggio alla visione originale di Benoît Sokal, aggiungendo però quel pizzico di modernità capace di conquistare anche le nuove generazioni. E diciamolo subito: missione riuscita.
Un viaggio nostalgico… e sorprendentemente attuale
Amerzone nasce dal genio creativo di Sokal, già noto per i suoi fumetti di culto, e ci mette nei panni di un giovane giornalista, incaricato di completare la missione lasciata a metà da Alexandre Valembois, esploratore francese che aveva scoperto un mondo segreto nel cuore del Sud America. Tra creature straordinarie e un regime oppressivo (e davvero poco simpatico da sopportare), il nostro compito sembra semplice solo sulla carta: salvare una specie unica dall’estinzione.
La storia prende il via in una vecchia torre costiera, avvolta da un’atmosfera malinconica e affascinante, per poi catapultarci in un’avventura che ammicca ai fan di Egypt 1156 B.C., senza però mai scivolare nell’eccessivamente complicato. Amerzone resta infatti un punta e clicca accessibile, pensato anche per chi non ha la pazienza di decifrare enigmi da mal di testa. E sì, è perfetto anche per i giocatori su console: se è vero che il primo Amerzone era arrivato anche su Playstation, mai come oggi è stato così naturale da giocare con il controller in mano.
Due stili di gioco: a ognuno il suo Amerzone
Tra le novità più succose di Amerzone: The Explorer’s Legacy c’è una doppia modalità di gioco, modificabile in qualsiasi momento, pensata per accontentare proprio tutti, dal sognatore incallito all’enigmista. La modalità Traveler è ideale per chi desidera concentrarsi sulla narrazione, grazie a piccoli suggerimenti che facilitano la progressione senza snaturare l’esperienza. Al contrario, la modalità Adventurer è rivolta ai giocatori più esigenti, che preferiscono affrontare enigmi complessi e sfide impegnative senza alcun tipo di aiuto.
Grafica aggiornata, atmosfera intatta
Dal punto di vista tecnico e artistico, il remake di Amerzone: The Explorer’s Legacy rappresenta un lavoro di ricostruzione particolarmente accurato. Ogni ambiente è stato riprogettato sfruttando tecnologie di rendering moderne, con una gestione avanzata delle luci dinamiche e delle superfici riflettenti, in grado di restituire un’atmosfera viva e profondamente immersiva. La fedeltà all’impianto estetico originale si combina con un netto miglioramento nella qualità delle texture, nella densità dei dettagli ambientali e nella fluidità generale delle animazioni.
Il mistero che permeava la versione del 1999 è stato preservato, anzi, enfatizzato grazie a una palette cromatica più ricca e a una maggiore complessità volumetrica delle scene. Tuttavia, non mancano alcune criticità: su Xbox Series X ho rilevato sporadici cali di frame e lievi incertezze nelle transizioni animate, che a tratti rovinano la poesia. Nonostante queste imperfezioni, l’esperienza complessiva risulta ampiamente soddisfacente e mette in evidenza l’attenzione riposta da Microids Studio Paris nel ridare vita a un classico con strumenti contemporanei.
A impreziosire ulteriormente l’atmosfera di Amerzone: The Explorer’s Legacy è la nuova colonna sonora composta da Inon Zur, uno dei nomi più autorevoli nel panorama videoludico internazionale. Autore delle musiche di titoli iconici come Fallout, Dragon Age: Origins, Prince of Persia e persino Digimon, Zur porta tutta la sua esperienza e sensibilità artistica anche in questa nuova avventura. Le sue composizioni accompagnano l’esplorazione con grande equilibrio, amplificando l’emotività delle sequenze senza mai sovrastare l’esperienza sonora complessiva o scontrarsi con le sonorità orchestrali e ambientali del gioco. Il risultato è una colonna sonora capace di integrarsi perfettamente con la narrazione visiva, sottolineando i momenti chiave senza mai risultare invasiva.
Un’avventura breve, ma intensa
La storia principale di Amerzone: The Explorer’s Legacy può essere completata in circa dieci ore, un tempo di gioco perfettamente calibrato: abbastanza lungo da offrire un’avventura ricca, ma abbastanza breve da evitare momenti di ripetitività. La struttura a schermate fisse, tipica dei punta e clicca degli anni Novanta, inizialmente spiazzano, soprattutto se siete abituati alla piena libertà di movimento degli open world moderni; ma bastano pochi minuti per adattarsi e apprezzarne il ritmo più riflessivo.
A rendere tutto ancora più scorrevole contribuisce un sistema di viaggio rapido intelligente, che riduce drasticamente la necessità di camminate interminabili avanti e indietro tra un’area e l’altra. Addio alle maratone da una schermata all’altra: qui si viaggia veloci come il vento.
Quando il remake supera il semplice ricordo
Amerzone: The Explorer’s Legacy è un omaggio riuscito a un’epoca e a un autore che hanno lasciato il segno nella storia delle avventure grafiche. È un gioco che non pretende di rivoluzionare il genere, ma che riesce a incantare grazie alla sua storia malinconica, ai suoi paesaggi suggestivi e alla sua giocabilità alla portata di tutti.
Se ami i racconti d’esplorazione, le atmosfere esotiche e vuoi vivere (o rivivere) una grande avventura senza stressarti troppo con enigmi impossibili, allora Amerzone è pronto ad accoglierti a braccia aperte.
VOTO 8/10
Pro
- Fedele all’originale
- Grafica completamente rinnovata
- Colonna sonora di altissimo livello
- Molto più accessibile
Contro
- Cali di frame e imperfezioni tecniche
- Nessuna rigiocabilità